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Blog · martedì 12 aprile 2022

La gran traversata elbana

L'isola d'Elba lontano dalle rotte turistiche, in un cammino di cinque giorni tra storia e natura.

La gran traversata elbana

La GTE (gran traversata elbana) è un trekking straordinario e impegnativo che permette di scoprire l’isola d’Elba da un capo all’altro. Una cavalcata d’ampio respiro, meglio se percorsa in primavera per assoporarne luci, fiori e colori. Noi siamo partiti da Cavo, sulla costa orientale, fino a Patresi, all’estremo opposto occidentale, in un cammino durato cinque giorni dove alla scoperta della natura abbiamo unito la curiosità di conoscere la storia e la cultura di una delle sette isole facenti parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Il mito narra che Venere, dea della bellezza e dell’amore, dopo la sua nascita abbia perso in mare le perle che adornavano il suo gioiello. Ecco che da queste perle disperse nel blu del Tirreno sono nate le sette isole dell’arcipelago: l’isola d’Elba, Capraia, Gorgona, Montecristo, Pianosa, il Giglio e Giannutri.

L’isola d’Elba per moltissime persone è sinonimo di vacanza, mare, spiagge e tintarella. Turismo estivo insomma. Parlando con i locali questo turismo è certamente una realtà importante per l’isola, partito con i primi arrivi negli anni ‘70 ed ormai consolidatosi come un turismo “di massa” dove i servizi e le strutture ricettive lungo la costa permettono l’arrivo e l’accoglienza di migliaia di persone ogni anno. Una importante risorsa economica da un lato, ma un impatto ambientale (traffico, code, ingorghi, affollamento, gestione dei rifiuti etc.) considerevole dall’altro.

La GTE, se percorsa in bassa stagione (in primavera o in autunno) anche per evitare la calura estiva che renderebbe impossibile percorrerne i sentieri, permette di conoscere l’isola lentamente, lontano dalle rotte turistiche consolidate, esplorandone gli angoli meno noti e conosciuti, ma non per questo meno affascinanti, anzi.

L’isola, percorsa attraverso i suoi crinali montuosi che ne disegnano la spina dorsale, è una continua scoperta di un paesaggio sempre diverso. Nella parte orientale dominano i colori di un caleidoscopio geologico e minerario unico in Italia (oltre i siti minerari di Rio Marina e del monte Calamita nei pressi di Capoliveri). Magnetite, ematite, limonite, elbaite, pirite, calcopirite solo per citare i principali minerari del ferro e del rame sfruttati sull’isola sin dall’antichità: si narra infatti che i primi naviganti greci passando al largo dell’isola l’avessero ribattezza Aethalia che significa appunto “scintilla”, a testimonianza dei bagliori che fuoriuscivano dai primi rudimentali forni fusori utilizzati per ottenere rame ma soprattutto ferro.

Storia, storia e ancora storia all’isola d’Elba. E una natura rigogliosa, generosa, bellissima nei profumi e nelle forme della macchia mediterranea. Nei pressi di Portoferraio per esempio, in posizione strategica e dominante sul golfo a “prova di pirati” del centro principale dell’isola (l’antica Cosmopoli fondata da Cosimo I de Medici nel 1548), si trovano i ruderi del castello del Volterraio, prima fortificazione dell’isola e nido d’aquila mai conquistato dai pirati che per secoli hanno compiuto scorribande lungo la costa di una delle isole più strategiche nei traffici mediterranei della storia d’Italia.

Se la zona orientale e centro-orientale è ricchissima, quella occidentale è ammantata di fascino e cultura allo stesso modo. Il plutone granitico del monte Capanne (la vetta più alta dell’isola con i suoi 1.017 metri) regala scorci di un passato pastorale antico ed importante: lungo le vie dei caprili troviamo infatti i segni di una civilità contadina ancora presente e ben strutturata fino al boom turistico degli anni ‘80. Il granito qui regala emozioni passo dopo passo grazie alla presenza di massi ciclopici che sembrano vere e proprie opere d’arte. La natura qui è potente.

Dopo quattro giorni di cammino abbiamo deciso che non si poteva lasciare l’isola senza aver visitato il distretto minerario del monte Calamita. Qui, dentro le gallerie del Ginevro, si trova il più grande giacimento di magnetite d’Europa, il minerale con le più alte concentrazioni di ferro presente in natura. Abbandonate nel 1981, queste miniere rappresentano ancora oggi la più grande riserva di ferro dello stato italiano. Oltre a questo, bisognerebbe sapere però che questa è una storia anche e soprattutto di miseria, di sofferenza e di condizioni di lavoro difficilissime. I minatori elbani ricordano il rumore assordante dei martelli perforatori, delle mine, delle cinghie, dei nastri trasportatori. Noi oggi assistiamo ad un paesaggio minerario dimenticato ma parte integrante della storia dell’isola. Lontano dalle folle, dalle spiagge con gli ombrelloni colorati e i campeggi stracolmi. La gran traversata elbana è anche questo: un percorso sospeso tra mare e cielo dove entrare veramente sotto la pelle di un luogo.

Se vi interessa percorrerla contattateci. Saremo felici di accompagnarvi!

Le foto di questo articolo sono state scattate durante il trekking organizzato dal 4 al 9 aprile, in collaborazione con Viaggi La Palma Activestay.